PARLA MONS. TOMAS

Questo vero discepolo non è sceso a compromessi,

E, al suo Maestro, dà prova di fedeltà e saggezza.

Mons. Tomas de Aquino, Superiore del Monastero Benedettino della “Resistenza” sulle colline dietro Rio de Janeiro, in Brasile, non rilascia spesso dichiarazioni pubbliche, ma quella che ha fatto alla fine del mese scorso su “Mons. Vigano, Mons. Lefebvre e il sedevacantismo”, potrebbe farci desiderare che voglia prendere posizione in pubblico più spesso. In quegli anni cruciali, gli anni ‘70 e ‘80, Padre Tomas de Aquino non fu mai un seminarista alle dirette dipendenze de Mons. Lefebvre all’interno della sua Fraternità San Pio X, ma nei pensieri e nella mente era più vicino all’Arcivescovo di molti dei suoi seminaristi, e a quel tempo poteva essere considerato confidente dell’Arcivescovo. La sua fedeltà al modo di pensare dell’Arcivescovo emerge chiaramente da questo recente articolo de Mons. Tomas, tradotto integralmente qui di seguito, da una versione francese dell’originale.

Mons. Vigano si è comportato da vero eroe da quando si è reso conto, o ha cominciato a rendersi conto, di come la Chiesa Conciliare si stia decomponendo dottrinalmente e moralmente. Purtroppo sembra propendere per la posizione che la Sede Apostolica sia vacante. Il tempo ci dirà se è veramente un sedevacantista.

Quanto a Mons. Lefebvre, egli aveva già iniziato questa lotta con la Chiesa Conciliare quando era ancora più decisiva di oggi. Si era guadagnato la fiducia dei Cattolici di tutto il mondo grazie alla sua solida formazione dottrinale e al suo superiore giudizio pratico. Quest’ultimo gli permise di evitare sia la trappola a sinistra delle comunità Ecclesia Dei, che tornava sotto Roma, sia quella a destra del sedevacantismo. Egli sottolineò proprio come a sinistra Dom Gerard e altri come lui stavano portando le loro comunità al suicidio ponendosi sotto l’autorità dei modernisti, mentre i sedevacantisti, a destra, si mettevano in una posizione tanto incerta quanto pericolosa, affermando più di quanto l’insegnamento della Chiesa permetta di affermare.

Alcuni pensano che l’Arcivescovo Lefebvre sarebbe oggi un sedevacantista. Io non la penso così. Penso addirittura il contrario. Penso che le argomentazioni che forniva quando era in vita non abbiano perso nulla della loro forza o rilevanza oggi. I suoi argomenti sono semplici. Che ne è della Chiesa se i Papi da Giovanni XXIII a Francesco non sono mai stati Papi? I Cardinali da loro nominati non erano validi? Chi eleggerà il prossimo Papa? Come potremo mai avere di nuovo un Papa? Il sedevacantismo sembra mettere in pericolo l’esistenza stessa della Chiesa. Aspettiamo piuttosto che la Chiesa dia un giorno un giudizio ufficiale sulla questione, in modo da risolverla una volta per tutte.

Considerato che oggi le opinioni e le misure adottate divergono all’interno della Tradizione, vedo solo una linea di condotta ragionevole: mantenere e tramandare ciò che abbiamo ricevuto da Mons. Lefebvre, nella dottrina e nella pratica. Molti obietteranno che nella pratica bisogna tener conto di come si è evoluto lo stato di crisi della Chiesa dai tempi de Monsignore ai nostri. È vero, ci sono stati dei cambiamenti, ma non sono essenziali. La crisi rimane essenzialmente la stessa. Come la crisi ariana, durata 60 anni, questa crisi continua, immutata. Da qui l’attualità dell’esempio dell’Arcivescovo.

Possa la Madonna, vincitrice di tutte le eresie, concederci la grazia di superare gli attacchi del Diavolo e dei modernisti. +Tomas de Aquino, O.S.B.

Ecco la saggezza Cattolica de Mons. Lefebvre, riaffermata per i nostri tempi, più fruttuosa per la Chiesa se giudicata dai suoi frutti, di non deviare né a destra o a sinistra, come il Signore Dio comandò a Giosuè quando succedette a Mosè come capo degli Israeliti (Giosuè I, 7). La Verità è la misura di questa posizione centrale, e non a destra o a sinistra, perché la Verità è di Dio.

Kyrie eleison

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